Vangelo di Sabato 16 maggio 2010 * Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,18-21.

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Vangelo di Sabato 16 maggio 2010 * Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,18-21. * Traduzione liturgica della Bibbia * « Poiché non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia »

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.
Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.
Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

 

San Cipriano (ca 200-258) * Vescovo di Cartagine e martire * Lettere, 58

 

« Poiché non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia »

“Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti” (Lc 6,22-23). Il Signore ha voluto che ci rallegrassimo ed esultassimo quando siamo perseguitati (Mt 5, 12), perché quando vengono le persecuzioni, allora si ricevono le corone della fede (Gc 1, 12), i soldati di Cristo mostrano le proprie capacità, e i cieli si aprono per i suoi testimoni. Non siamo stati impegnati nella milizia di Dio allo scopo di pensare solo alla tranquillità, di sottrarci al nostro servizio, mentre il Maestro dell’umiltà, della pazienza e della sofferenza ha compiuto in prima persona, prima di noi, lo stesso servizio. Ciò che ha insegnato, ha cominciato con l’adempierlo, e ci esorta a tener duro perché lui stesso ha sofferto prima di noi, e per noi. (…)
Prima di partecipare alle gare dello stadio, ci si esercita, ci si allena, e ci si considera poi molto onorati se, sotto gli occhi della folla, si ha la fortuna di ricevere il premio. Ma ecco una prova molto più nobile e lampante: mentre lottiamo e combattiamo la battaglia della fede, Dio ci guarda, noi che siamo i suoi figli, e lui in persona ci dà la corona di gloria (1 Cor 9, 25). (…) Ci guardano anche i suoi angeli e Cristo ci assiste: quale gloria per noi! (…) Perciò armiamoci, fratelli carissimi, raccogliamo tutte le forze e disponiamoci alla battaglia con animo integro, con fede piena e con virtù solide.

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