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martedì, Novembre 25, 2025

La Giornata Internazionale 2025 per l’Eliminazione della Violenza di Genere: Memoria, Responsabilità e Futuro di una battaglia di portata mondiale !

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La Giornata Internazionale 2025 per l’Eliminazione della Violenza di Genere: Memoria, Responsabilità e Futuro di una battaglia di portata mondiale !

La violenza di genere non è un incidente della storia: è un filo oscuro che ha attraversato secoli, culture, economie e religioni.

Ogni 25 novembre ricordiamo Mirabal, tre sorelle assassinate nel 1960 dalla dittatura trujillista nella Repubblica Dominicana.

Ing. Yenny Gonzalez (Livorno)

Da quel sangue nacque la ricorrenza che oggi chiama alla responsabilità governi, istituzioni, imprese e cittadini. Non è una celebrazione: è un audit globale della nostra coscienza civile.

La discriminazione strutturale delle donne nasce da modelli patriarcali antichi: la donna come proprietà, la donna come funzione, la donna come silenzio.

Nell’Ottocento le prime legislazioni occidentali hanno iniziato a incrinare questo paradigma, ma il vero cambio di paradigma è arrivato dopo la metà del Novecento, con il femminismo, la cultura dei diritti, l’Onu e le prime convenzioni internazionali sulla dignità femminile.

Eppure, la cronaca di oggi dimostra che la storia non è ancora storia: continua a essere presente.

I numeri: duro realismo, zero filtri

Mioara Done (RM) e Giuseppina Papa (FR)

Nel mondo, una donna su tre subisce violenza fisica o sessuale nel corso della vita (ONU).

In Europa, oltre 13 milioni di donne sono vittime ogni anno.

In Italia, nel 2024 si registra un femminicidio ogni 72 ore, con oltre il 90% dei casi commessi da partner o ex partner.

Le fasce più colpite? Donne tra i 18 e i 49 anni, spesso economicamente dipendenti.

Dietro ogni numero c’è un nome, una voce interrotta, una vita sottratta alla comunità.

Visione politica: prevenzione strutturale, non emergenza

La politica ha due responsabilità: standardizzare protezione e investire in cultura.

Avv. Maria Rosa Lauta (Bari)

Serve continuità, non spot. Servono fondi certi e annualità garantite, non bandi a singhiozzo.

La violenza di genere non è un tema “da donne”: è un KPI nazionale che misura lo stato di salute di una democrazia.

L’approccio politico vincente oggi combina quattro leve:

Normativa più rapida e più protettiva.

Giustizia che ascolta e non re-vittimizza.

Economia che crea autonomia reale.

Territorio che costruisce reti integrate tra servizi, scuole, sanità, terzo settore, forze dell’ordine.

La prospettiva religiosa: la dignità come principio universale.

Le religioni, quando fedeli al loro nucleo etico , convergono su un messaggio semplice: la vita è sacra, la persona è inviolabile, la violenza è un fallimento morale.

Il cristianesimo sottolinea la dignità integrale della donna; l’ebraismo pone la protezione della vita come fondamento; l’Islam ricorda che il rispetto della donna è comandamento; le tradizioni orientali insegnano armonia e non-dominio.

La fede, se autentica, non giustifica mai la violenza: la combatte.

Georgeta Arghir (Roma)

Il dialogo interreligioso è quindi una leva diplomatica, culturale e sociale potente.

Oggi, con la visione attuale, si presenta uno scenario complesso.

Oggi convivono tre linee di frattura:

Tecnologica, con la crescita del cyberabuso, stalking digitale e pornografia non consensuale.

Economica, con l’aumento della dipendenza finanziaria post-pandemia e la precarizzazione del lavoro femminile.

Dott.ssa Veronica Gezzi (Viterbo)

Culturale, con la degenerazione dell’“uomo fragile” che confonde autonomia femminile con perdita di potere.

La violenza di genere è il sintomo di un modello maschile che deve essere riprogettato, non demonizzato.

Il programma Biancofiore Donne DC: “governance” femminile, “empowerment” reale

Il progetto Biancofiore Donne DC, guidato da figure con esperienza internazionale, umanitaria e di tutela dei minori, porta un modello concreto, esportabile e misurabile:

Avv. Eleonora Prandi (Bergamo)

Con delle linee strategiche 

1. Educazione preventiva nelle scuole, con moduli su affettività, rispetto, linguaggio, gestione delle emozioni.

2. Sportelli territoriali integrati per donne italiane e straniere, con sostegno psicologico, legale, sociale e burocratico.

3. Percorsi di autonomia economica con formazione professionale, microcredito e inserimento nel lavoro.

4. Reti con ambasciate e consolati per tutelare donne migranti, spesso senza riferimenti.

5. Tavoli interreligiosi per costruire cultura della non violenza e valorizzazione delle donne.

6. Analisi dati e monitoraggio nazionale attraverso il Dipartimento Statistica DC, per trasformare percezioni in politiche.

7. Cooperazione internazionale, con progetti in Europa, America Latina e Mediterraneo.

Emanuella Tisbo (Bari)

È una piattaforma politica, sociale ed etica che unisce visione e delivery.

Il mondo: la prospettiva internazionale: una problematica globale che richiede una “governance” globale.

Nel mondo, la violenza di genere è legata a instabilità politica, povertà, guerre, migrazioni, traffici, matrimoni forzati.

L’Italia, con la Democrazia Cristiana Internazionale e il progetto Biancofiore Donne D.C., può diventare un hub europeo per coordinare politiche transnazionali:

protezione dei minori

scambio di buone pratiche

programmi per donne profughe

campagne contro il traffico di esseri umani

La violenza è globale: la risposta deve essere multilivello.

Focus Europeo: Il Ruolo delle Istituzioni.

L’UE sta potenziando:

la Direttiva sulla violenza di genere,

l’Agenda 2030

il Pilastro europeo dei diritti sociali

gli investimenti per l’occupazione femminile.

Ma manca ancora uniformità nelle leggi e nelle modalità di protezione.

Serve un “Schengen della sicurezza delle donne”.

Focus sulla nostra nazione, l’Italia: criticità e opportunità.

Raffaella Siciliano (Salerno)

L’Italia sta avanzando, ma con velocità disomogenea.

Punti critici:

frammentazione dei servizi,

tribunali lenti,

scarsa presenza di centri per uomini maltrattanti,

mancanza di un vero welfare per l’autonomia delle donne.

Punti di forza:

forte rete di associazioni,

crescita della sensibilità sociale,

miglioramento dei protocolli tra sanità e forze dell’ordine,

nuovi investimenti nel PNRR per l’inclusione.

Raffaella katia Novellino (MI)

Serve continuità politica, non cicli elettorali.

Il restante? Politica, economia, istruzione, sociale e lavoro costituiscono la filiera del cambiamento.

Politica: stabilire una cabina di regia nazionale permanente.

Economia: incentivi alle aziende che assumono o reinseriscono donne vittime di violenza.

Istruzione: obbligo di programmi di educazione relazionale, affettiva e digitale.

Sociale: case rifugio potenziate, accesso veloce ai servizi, reti territoriali solide.

Lavoro: flessibilità contrattuale, formazione, microimprenditorialità, sostegno alle madri.

La violenza di genere non si elimina con un decreto: si sradica cambiando il sistema.

La Giornata Internazionale contro la Violenza di Genere non è una ricorrenza da calendario: è un promemoria planetario che ci dice quanto ancora resta da fare.

Servono coraggio politico, capacità manageriale, alleanza tra religioni, educazione di nuova generazione e leadership femminile preparata.

Il progetto Biancofiore Donne DC si posiziona in prima linea con una visione europea, internazionale e italiana, focalizzata su un unico obiettivo: trasformare la memoria in strategia e il dolore in progresso !

Ing Yenny Gonzalez

Progetto Biancofiore Donna DC

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