VANGELO DEL GIORNO * Venerdì 27 Luglio 2018

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« Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna » Gv 6,68
 
Venerdì della XVI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
 
Santo(i) del giorno : S. Pantaleone, medico e martire († 305), B. Maria della Passione (Tarallo), religiosa (1866-1912)
 
Meditazione del giorno
San Cesario di Arles : “Portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno”
 
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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,18-23.
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli : «Voi dunque intendete la parabola del seminatore.
Tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.
Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l’uomo che ascolta la parola e subito l’accoglie con gioia,
ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato.
Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l’inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto.
Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta».
 
Traduzione liturgica della Bibbia
 
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Meditazione del giorno:
 
San Cesario di Arles (470-543), monaco e vescovo
Discorsi al popolo, n. 6 passim (SC 175)
 
“Portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno”
 
Fratelli amatissimi, quando vi proponiamo qualcosa di utile all’anima, nessuno cerchi di scusarsi dicendo: “Non ho tempo di leggere, perciò non posso conoscere i comandamenti di Dio né osservarli”… Attacchiamoci ai vani discorsi ed ai mordaci divertimenti…, e vedremo certo che non ci resta tempo da dedicare alla lettura della Santa Scrittura… Quando le notti sono più lunghe, ci sarà qualcuno capace di dormire tanto da non poter leggere personalmente o ascoltare qualcun altro leggere la Scrittura?… Poiché la luce dell’anima ed il suo cibo eterno non sono altro che la Parola di Dio, senza la quale il cuore non può né vivere né vedere…
 
La cura dell’anima è proprio simile a coltivare la terra. Come in una terra coltivata si toglie e si estirpa da una parte e dall’altra fino alla radice per seminare il buon grano, così occorre fare nella nostra anima: togliere ciò che è cattivo e piantare ciò che è buono; estirpare ciò che è dannoso, innestare ciò che è utile; sradicare l’orgoglio e piantare l’umiltà; gettare via l’avarizia e custodire la misericordia; disprezzare l’impurità e amare la castità…
 
Infatti sapete come si coltiva la terra. Prima si tolgono i rovi, si gettano lontano le pietre, poi si lavora la terra stessa, si ricomincia una seconda volta, una terza, e infine… si semina. Sia così per l’anima: dapprima sradichiamo i rovi, cioè i pensieri cattivi, poi togliamo le pietre, cioè ogni malizia e durezza. Infine lavoriamo il nostro cuore con l’aratro del Vangelo e il vomere della croce, frantumiamolo con la penitenza, orniamolo con l’elemosina, prepariamolo con la carità ad accogliere il seme del Signore…, affinché possa ricevere con gioia il seme della parola divina e portare frutto non solo trenta, ma sessanta e cento volte.